Martedì è attesa la sentenza nell'appello per i diritti umani del corridore Caster Semenya contro le regole di ammissibilità sessuale
FILE - Caster Semenya del Sud Africa in mostra all'evento di atletica della Diamond League a Doha, in Qatar, il 3 maggio 2019. Si prevede che la Corte europea dei diritti dell'uomo pronuncerà quella che potrebbe essere l'ultima parola martedì nella sfida legale durata anni del campione olimpico Caster Semenya contro le regole che costringono lei e altre atlete ad abbassare i loro livelli ormonali naturali attraverso l'intervento medico per poter competere nelle gare di atletica leggera femminile. (AP Photo/Kamran Jebreili, file)
FILE - Caster Semenya, del Sud Africa, gareggia durante una manche dei 5000 metri femminili ai Campionati mondiali di atletica leggera il 20 luglio 2022, a Eugene, Oregon. Martedì si prevede che la Corte europea dei diritti dell'uomo pronunci quella che potrebbe essere l'ultima parola sulla denuncia legale durata anni della campionessa olimpica Caster Semenya contro le norme che costringono lei e altre atlete ad abbassare i livelli di ormoni naturali attraverso l'intervento medico per poter competere. gare di atletica leggera femminile. (Foto AP/Ashley Landis, file)
FILE - In questa foto di lunedì 18 febbraio 2019, il corridore sudafricano Caster Semenya arriva per il primo giorno di udienza presso la Corte internazionale di arbitrato dello sport, CAS, a Losanna, in Svizzera. Il corridore campione Caster Semenya ha vinto quella che potrebbe rivelarsi una vittoria legale storica. La Corte Europea dei Diritti dell'Uomo ha deciso che è stata discriminata dalle regole sportive che la costringono a ridurre dal punto di vista medico i suoi livelli di ormoni naturali se vuole competere in competizioni importanti. (Laurent Gillieron/Keystone tramite AP, file)
FILE - Caster Semenya del Sud Africa festeggia dopo aver vinto la finale femminile degli 800 metri allo Stadio Carrara durante i Giochi del Commonwealth 2018 sulla Gold Coast, Australia, il 13 aprile 2018. La Corte europea dei diritti dell'uomo dovrebbe pronunciare quella che potrebbe essere l'ultima parola martedì nella sfida legale durata anni della campionessa olimpica Caster Semenya contro le regole che costringono lei e altre atlete ad abbassare i loro livelli ormonali naturali attraverso l'intervento medico per poter competere nelle gare di atletica leggera femminile. (Foto AP/Mark Schiefelbein, file)
Martedì si prevede che la Corte europea dei diritti dell'uomo pronunci quella che potrebbe essere l'ultima parola sulla denuncia legale durata anni della campionessa olimpica Caster Semenya contro le norme che costringono lei e altre atlete ad abbassare i livelli di ormoni naturali attraverso l'intervento medico per poter competere. gare di atletica leggera femminile.
I limiti di testosterone hanno effettivamente messo fine alla carriera di Semenya impedendole di correre nel suo evento preferito degli 800 metri – dove è due volte campionessa olimpica e tre volte campionessa del mondo – dal 2019.
L'atleta sudafricana si è rifiutata di seguire le regole e di assumere farmaci per abbassare artificialmente il suo testosterone. Afferma che i regolamenti applicati dall'organo di governo dello sport, World Athletics, sono discriminatori e violano il suo diritto di competere liberamente negli sport femminili nonostante sia stata legalmente identificata come donna alla nascita e si sia identificata come donna per tutta la vita.
Semenya ha anche sottolineato quella che, secondo lei, è ironica nel sentirsi dire di assumere sostanze artificiali per poter correre, in uno sport che ha regole severe contro il doping.
Ora che ha 32 anni ed è esclusa dallo sport, Semenya ha già perso i ricorsi presso la più alta corte sportiva nel 2019 e presso la Corte suprema svizzera nel 2020, portandola a portare il suo caso davanti alla Corte europea dei diritti dell'uomo.
La sentenza attesa martedì dalla Corte europea dei diritti è considerata probabilmente l'ultima via legale per ribaltare le regole.
Il caso di Semenya è stato in prima linea nella questione altamente controversa, complessa e controversa dell'idoneità sessuale nello sport per quasi 15 anni da quando è emersa sulla scena internazionale dell'atletica leggera nel 2009. È stato collegato alla lotta per l'inclusione dei le donne transgender negli sport femminili, ma il caso di Semenya è diverso da quello, anche se c'è qualche crossover.